venerdì 6 gennaio 2012

LE CATENE DELLA REPRESSIONE SESSUALE



- La nostra società è infettata da una piaga terribile, quella della repressione sessuale; ogni giorno veniamo bombardati da propaganda diretta con un solo semplice scopo, ovvero quello di rendere uomo e donna meri oggetti sessuali, corpi inermi davanti al mercato dello sfruttamento e della tradizione sessista radicata nella nostra cultura; a questa propaganda se ne aggiunge un'altra di stampo religioso, che con i suoi tabù, e la diffusione della concezione del peccato, crea confusione nelle menti delle persone, poste davanti a due figure, da una parte quella della meccanizzazione dei rapporti sessuali  e dall’altra una benda culturale che reprime la conoscenza libera del proprio corpo, tutto ciò non può portare altro che frustrazione, depressione, deviazione dei rapporti sociali, ansia, mancanza di rispetto del corpo altrui e infine maschilismo inconscio e non.
- La donna, ovviamente, è una delle maggiori vittime di questa violenza psicologica, annegata sin dalla nascita in un mare di fallo-centrismo e sottomissione, si può notare tutto ciò dai primi anni a contatto con le istituzioni scolastiche (imposizione della separazione di genere tra bambino e bambina) o con il mercato del consumo con giocattoli appositi per femmine, come bambole perfette da imitare, o bambolotti da accudire, segnando così il destino della donna, ovvero, quello di femmina di plastica, prima, e madre-casalinga, dopo. Inconsciamente vista esclusivamente come ricettacolo vaginale per la continuazione della specie, la donna non appartiene al proprio corpo e viceversa, ma all’uomo o al bambino che dovrà nascere, da qui, con l’aiuto religioso si formano i movimenti anti-abortisti , ovvero, movimenti che si aggiudicano con arroganza ed egoismo, la decisione sul corpo femminile per quanto riguarda la scelta di continuare una gravidanza o interromperla. Propagandano delle falsità scientifiche (basta aprire un libro di scienze per capire che il feto sviluppa tutte le connessioni cerebrali dal quarto mese in poi, quindi capacità come sofferenza e altri sentimenti sono ancora inesistenti), un etica davvero penosa fondata su fantasie patetiche (come il feto che urla, scappa o altri vaneggi ridicoli). Questa feccia disgustosa, porta avanti una lotta “in nome della vita”, ma allo stesso tempo tratta l’esistenza di un futuro bambino come un oggetto, senza sapere quante donne vengono stuprate, o abbandonate da un compagno, o semplicemente senza denaro per crescere un figlio. Secondo il movimento pro-life queste donne potrebbero, dare il figlio in adozione, o magari in una comunità o perché no in un orfanotrofio, senza immaginare lontanamente quanta sofferenza porterebbe ad un bambino una situazione simile.
- È necessaria quindi una presa di posizione da parte del genere femminile, in modo che possano riappropriarsi del proprio corpo e della decisione di diventare madri, di liberarsi dalla cultura maschilista, dal patriarcato, dalla supremazia dell’uomo sulla donna e da una sessualità repressa. Questo cambiamento è collegato alla condizione degli omosessuali, gli individui gay vengono visti come un insulto al genere maschile perché provano attrazione verso gli uomini, e si sa, provare attrazione verso i maschi è roba da femminucce quindi è un male, e non sia mai uscire fuori dall’immaginario machista; mentre le lesbiche sono rappresentate come persone con l’invidia del pene, e un'altra volta spunta fuori l’arroganza fallo-centrica in tutte le sue forme.
- Il sistema ci fa annegare nell’omofobia, ci etichetta come malati, diversi, deviati, patologici, ci impicca, ci lapida, ci fucila, ci da degli stereotipi e schemi da seguire (come essere appassionati di moda, avere degli atteggiamenti da oca- per gli uomini- o da camionista- per le donne), ma nello stesso momento per rendersi democratico, si nasconde dietro una maschera di benevolenza subdola, cercando di integrarci nella sua società, aiutandoci a imitare in maniera patetica gli eterosessuali, come fanno con i malati di handicap, gli danno agevolazioni, un posto nell’autobus o nella metro, ma vengono trattati sempre come malati e non come persone. Così viene fatto a noi, alcuni ci danno il diritto al matrimonio, a manifestare, ci fanno lavorare, ci danno il diritto di voto, e entrare nei locali, questo è il processo di assimilazione che vogliono farci seguire.
- Io non voglio esser visto come malato, deviato, scherzo della natura, non voglio avere i loro contentini democratici, non voglio sposarmi per dimostrare che amo qualcuno, non voglio seguire le loro favole e sogni di vita perfetta, odio le vostre carnevalate, non sopporto i gay pride, le leggine in difesa dei gay, non voglio esser dipinto come gaio, rosa e felice, sono incazzato e voglio essere un semplice essere umano libero di amare e vivere in armonia con i miei fratelli e mie sorelle, che siano eterosessuali, bisessuali, omosessuali o trangender, in quanto varianti della sessualità naturale.
- Per questo è obbligatorio portare avanti una guerra a senso unico e senza compromessi, con ogni mezzo disponibile, anche violento se necessario, contro i movimenti che incatenano le vittime del sessismo, le istituzioni, le correnti anti-abortiste, omofobe, machiste,  le religioni, e tutto ciò che minaccia lo sviluppo armonioso della sessualità umana in modo che ogni individuo possa riappropriarsi del proprio corpo, della propria crescita e  delle proprie scoperte, per vivere i propri rapporti sociali con rispetto e in pace e far sì che l’era della repressione sessuale venga distrutta totalmente.

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